Calcio San Giorgio in Bosco | A tu per tu con… STEFANO GALLO
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A tu per tu con… STEFANO GALLO

A tu per tu con… STEFANO GALLO

“A TU PER TU CON…” è un nuovo spazio di approfondimento a 360° con i protagonisti della nostra squadra!
Sogni, ricordi, aneddoti e curiosità per conoscere meglio chi, ogni domenica, ci fa tifare sempre più forte per il CALCIO SAN GIORGIO IN BOSCO!

Questa settimana la “RAFFICA DI DOMANDE” tocca a… STEFANO GALLO

Quando sei nato e dove? 04/08/93 a Camposampiero
Ruolo? Portiere
Qual è la partita che ricordi con più affetto e perché? Sicuramente quando giocavo a Venezia, la semifinale per vincere lo scudetto: ho parato 2 rigori su 3, siamo andati in finale e abbiamo vinto lo scudetto.
Una parata che ricordi con particolare affetto? Forse la più bella è stata quando giocavo alla Spal, un tiro deviato mi stava scavalcando, ho dato un colpo di reni e l’ho presa.
Se potessi rigiocare una partita, quale sarebbe e perché? Sempre quando ero a Venezia, ma nell’anno della Juniores, nella finale per vincere lo scudetto. Abbiamo perso 1-0 contro una squadra di Roma e se potessi la rigiocherei perché mi ha lasciato l’amaro in bocca.
Come è nata in te la passione per il calcio? Mio papà giocava e faceva anche lui il portiere. Io facevo nuoto, quindi tutt’altro sport. Di punto in bianco, a 8 anni, dopo 5 anni di nuoto, ho detto ai miei che mi ero stancato e che volevo fare calcio.
Hai un giocatore a cui ti ispiri? Il mio idolo è sempre stato Toldo, ex portiere dell’Inter. Mi piaceva come portiere, ma anche come persona. Dei portieri della Serie A di oggi direi Samir Handanovič. Al di là della mia fede calcistica, credo sia il migliore.
Quali sono i tuoi primi ricordi legati al calcio? Io da piccolino e mio papà che mi portava a vedere le partite con lui.
Hai un soprannome in campo? Ne ho svariati. Galloway, Gallone, Gallolo: tutte le declinazioni del cognome insomma!
Qualche domanda sulla vita di spogliatoio. Chi è il più lento tra di voi a farsi la doccia? Mazzuccato.
Il tuo compagno più elegante, quello che ci tiene di più al look? Qui ne ho due: Bellon e Ziviani.
Il più casinista? Non direi nessuno in particolare, siamo un bel gruppo.
Qual è il momento più importante legato al calcio e alla tua famiglia? Ho un ricordo che non so se si potrà replicare, perché purtroppo con l’Inter si sa come va… però porto nel cuore quando c’è stata la finale di Champions in cui l’Inter ha vinto. Io e mio papà eravamo al matrimonio di mio cugino ed abbiamo lasciato la festa per andare fino a casa a guardare la finale, tornando poi come se niente fosse.
Qual è la scelta che rifaresti e quella che non rifaresti nel tuo percorso calcistico? La scelta che rifarei, nonostante sia un ruolo molto delicato, è quella di stare sempre in porta, perché me lo sento dentro. Forse cambierei, per come è andata a finire la stagione, l’anno che sono stato alla Spal, che a livello societario poi è saltata e quindi le cose sono andate male.
Se non avessi fatto il calciatore, quale sport ti sarebbe piaciuto praticare? Probabilmente avrei continuato con il nuoto.
Come ti vedi tra 10 anni e dove? Fra 10 anni non so se giocherò ancora, mi vedo con la pancia! Scherzo, ovviamente! Spero di giocare ancora e smettere il più tardi possibile. Non so se mi piacerebbe proseguire come allenatore, ora non ci penso, forse mi piacerebbe allenare i portieri, ma si vedrà.

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