Calcio San Giorgio in Bosco | “A tu per tu con…” MARCO RODATO
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“A tu per tu con…” MARCO RODATO

“A tu per tu con…” MARCO RODATO

Intervista “A TU PER TU CON”… Marco Rodato.

Marco, partiamo con un tuo commento su questa prima parte di stagione, sia a livello di squadra che a livello tuo personale.
Penso nessuno si aspettasse un inizio di stagione così, però è vero anche che ad oggi non si è fatto nulla, tanta soddisfazione quella sì, ma i conti veri si fanno ad aprile e lì potremmo fare un bilancio della stagione. Adesso ci godiamo il momento e pensiamo di domenica in domenica. Per quanto mi riguarda sono contento, perché siamo una bel gruppo e andare al campo e condividere lo spogliatoio con questi compagni è sempre un divertimento.

Avete vinto 9 partite su 10: a tuo avviso, qual è l’ingrediente che non è mancato finora?
C’è tanta soddisfazione per quello che abbiamo fatto. Ingredienti particolari non ce ne sono, se non tanta voglia di allenarsi sempre a mille: questa forse è la caratteristica che contraddistingue questo gruppo. Spesso la domenica si raccolgono i frutti del lavoro settimanale e finora ci abbiamo messo sempre tanto cuore in quello che abbiamo fatto. Speriamo, anzi dobbiamo, continuare così.

Obiettivi ed ambizioni che ti sei posto quest’anno?
L’obiettivo che mi pongo ad ogni inizio stagione è quello di divertirmi il più possibile, perché questo per me è il calcio e devo dirti che quest’anno si è creato davvero un bel gruppo, sia dentro sia fuori dal campo. Insieme stiamo bene, ci divertiamo e credimi che non è sempre scontato questo. Avanti così.

Immagina di iscriverti ad un torneo di calcetto, qual è la tua squadra ideale?
Sicuramente non chiamerei Ale Canacci, perché gli spazi stretti e la rapidità non sono il suo forte! (ride) Scherzi a parte, giocherei col 1-2-1: partiamo col portierone Gallo, la nostra saracinesca, se per forza devo schierarmi giocherei dietro, altrimenti metterei al mio posto Pietro Zonta, un bel cagnaccio, in mezzo metterei Frachesen e Carlotto e davanti il nostro capitano, il funambolo Mazzucato.

Qual è il tuo ricordo più bello legato al calcio?
Fortunatamente il calcio mi ha regalato tante gioie ed altrettanti dolori, ma è proprio questo il bello, un giorno sei il migliore, il giorno dopo magari per qualche infortunio ti dicono che sei finito. Io questo momento l’ho attraversato insieme a un mio grande amico, Luca Gallina il capitano del Rosà, abbiamo guardato molte partite insieme tartassati dai problemi fisici, ma il fatto di non aver mai mollato anche quando ci davano per finiti è, oltre a un grande ricordo, una grossa rivincita che mi porto dentro.

Completa la frase: giocare nel San Giorgio per me significa…
Giocare a San Giorgio vuol dire essere in una grande famiglia e, credimi, non sono parole di circostanza. Ci sono persone fantastiche, che non ci fanno mancare mai niente, su tutti Camillo e Checco le nostre mascotte, ci fanno trovare sempre lo spogliatoio pulito e caldo, un campo d’allenamento sempre tagliato e segnato e chi gioca in queste categorie sa cosa vuol dire. Non tutte le società hanno due personaggi cosi, è anche grazie a loro se in queste domeniche abbiamo sempre festeggiato a fine partita.

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